Fondato nel 1883 da Arturo Graf e dai giovanissimi Francesco Novati e Rodolfo Renier, il «Giornale storico della letteratura italiana» è la più antica e certo una delle più autorevoli riviste di Italianistica esistenti, come è stato apertamente riconosciuto nel corso di un convegno internazionale sulle riviste di Italianistica nel mondo e nelle più recenti classificazioni nazionali e internazionali delle riviste. Da espressione del benemerito “metodo storico” di età positivistica, qual era inizialmente, la rivista si è poi confrontata con le culture e i metodi elaborati nel corso del XX secolo, discutendo e vagliando senza preclusioni aprioristiche e senza effimere infatuazioni. Alla sua direzione si sono via via succeduti alcuni dei maggiori critici, eruditi o filologi italiani: da Vittorio Cian a Attilio Momigliano, da Ferdinando Neri a Santorre Debenedetti, a Giuseppe Vidossi, a Mario Fubini, a Natalino Sapegno, a Gianfranco Contini, a Gianfranco Folena, a Ettore Bonora, Arnaldo Di Benedetto e Mario Pozzi.
Lo studio della letteratura italiana (compresa quella umanistica in latino, inseparabile da quella in volgare) vi è svolto secondo angolazioni critico-interpretative, o puntualmente erudite, o storico-culturali. Vi si è sempre dato spazio agli studi comparatistici. Oltre che agli Articoli, alle Varietà, alle Note e discussioni e alle Comunicazioni e appunti, una particolare cura è riservata alle Rassegne e al Bollettino bibliografico, giacché, com’è nella tradizione della rivista, anche le recensioni si configurano in genere come discussioni critiche e ulteriori contributi alla ricerca.
Il «Giornale storico della letteratura italiana» pubblica quattro fascicoli l’anno.